Ogni anno quando il pettirosso torna a posarsi sul muretto di fronte alla cantina, e le farfalle e le vespe a far banchetto tra gli acini dell’uva matura, Gerardo Vernazzaro si ritrova ad ammettere che hanno ragione loro, le analisi lo confermano: il Piedirosso è proprio pronto per essere raccolto. Il colpo d’occhio delle viti del Cratere Astroni dell’azienda vestite dei colori dell’autunno, illuminati dal riverbero di un sole pallido e spettinati da un venticello freddo che ha spazzato via nuvole e foschia, è stupefacente. Sabato mattina ho giocato a fare l’operaia agricola alle Cantine Astroni di Agnano. Vernazzaro, tra un grappolo e l’altro, mi racconta il nuovo progetto che riguarda questo fazzoletto di vigna e il Piedirosso, vitigno estremamente difficile la cui “puzzetta” ricorrente lui definisce impietosamente difetto. 900 bottiglie saranno realizzate l’uva raccolta e sgranellata a mano. Solo l’anno nuovo si potrà dire se Colle Rotondella, il Piedirosso base dell’azienda, ha un fratello maggiore, se i Campi Flegrei hanno una nuova Riserva oppure no. Intanto un contributo fattivo alla ricerca sul piu’ importante vitigno del napoletano sarà stato dato ed io, bene o ancor meglio, che vada, questo contributo lo vorrò proprio assaggiare. Racconto tutto questo sul sito di Luciano Pignataro (qui).