Cinque bottiglie e cinque ragioni di festa, più una: quella che la famiglia Romano, titolare della cantina Il Cancelliere di Montemarano (Avellino) ha voluto condividere con un gruppo di amici e giornalisti lunedì scorso.
C’è allegria e trepidazione nella cantina di Montemarano per il recupero di alcune bottiglie di Aglianico della vendemmia 1978, seppellite sotto il fango e le macerie di una casa di campagna di Fontanarosa danneggiata dal terremoto dell’Ottanta. Le cinque bottiglie mostrano nella loro essenzialità un inconfondibile comune profilo gusto- olfattivo che non strizza per niente l’occhio al degustatore, tanto da potersi dire che vini così bisogna, innanzitutto, conoscerli.
Ho apprezzato in particolare l’annata 1999 e poi la 2004. Solo nel 2005 arriverà in azienda Antonio Di Gruttola, che per credo e stile, accompagnerà con discrezione il miglioramento del vino senza rivoluzionarlo. L’enologo di Ariano Irpino rispetterà la materia prima di Montemarano, uno dei riferimenti geografici dell’eccellenza nel Taurasi, materia che ha stoffa che non si presta alla confezione, ma al gran abito di sartoria che, con pochi accorgimenti, cade a pennello su chi ha il gusto e la cultura per apprezzarlo. Tutto questo, i dettagli della degustazione, sul sito di Luciano Pignataro (vai).
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Foto: Monica Piscitelli