Con un misto di soggezione e curiosità nell’81 a Londra visitai con la mia famiglia il Museo delle cere. Madame Tussauds è ancora oggi una delle più popolari attrazioni della città. E‘ ancora viva nella mia memoria l’impressione che mi fece il trovarmi di fronte alle statue dei miei beniamini del tempo. Fra gli altri il tenente Kojak, al secolo Telly Savalas. Gli mancava davvero solo la parola. Lo guardavo e lo riguardavo. E gustavo con il “pelato” più famoso del piccolo schermo negli anni Settanta, l’immancabile bon bon alla fragola con lo stecchetto. Ricordo che i ragazzini dell’epoca, me inclusa, chiamavano questa caramella “bombolone”, e che io appartenevo alla schiera di coloro che, per dirla con un termine “da grandi”, lo degustavano in maniera compulsiva: fracassandolo a metà in maniera sonora, divertendomi con le parti aguzze. Non ho mai avuto, come i più saggi, il piacere di farlo sciogliere in bocca fino a farlo diventare piccolissimo. I due “partiti” erano ben distinti. Come quelli di chi fa la pastiera più “bagnata” o più “asciutta”. Con il senno poi mi chiedo se la maniera di consumare un Chupa Chups non possa essere indicativo di alcuni tratti caratteriali come la maniera di camminare, o,si dice a Napoli, di consumare il caffè: dolce o amaro; tiepido o bollente. Certo è che Savalas, al quale il “bombolone” deve buona parte del suo successo, faceva parte della schiera dei consumatori slow e, che solo, a guardalo veniva l’acquolina in bocca.
Monicottericordando – Chupa Chups, Telly Savalas e musei delle cere
Ma torniamo al Museo. Consegnati all’immortalità della cera dalle mani di scultori e truccatori di straordinaria abilità, a Marylebone Road, ci sono Nelson Mandela, JFK e Angela Merkel sono con albert Einstein, Pablo Picasso, Kate Moss, Bad Pitt, Julia Roberts, Michael Jackson, Madonna, David Beckham, Muhhammad Ali e così via. A tutti loro, il Museo regala il piacere di una istantanea tridimensionale che li consegna all’immortalità con tutti i loro volumi terreni. E, spesso, tutto ciò accade ancor prima di aver varcato la soglia dell’aldilà. Chi “conta” nel mondo della politica, della ricerca, dello sport, dello spettacolo è lì. Tra i più entusiasti visitatori ci sono i fan di quelle celebrità.
E’ un’esperienza meno glamour ma più formativa quella proposta, invece, dal nuovo museo delle cere campano realizzato dalla società Le Muse di Capodrise. Dopo Londra, Parigi e Roma (Piazza SS.Apostoli), anche Caserta ha da qualche mese il suo museo delle cere. Ad essere riprodotti sono personaggi che hanno segnato la storia del nostro territorio. Il Museo (biglietto intero 7 euro e ridotto 5 euro) si articola in tre sezioni. La prima e la più ampia, è quella dedicata alla dinastia Borbone, da Carlo a Francesco II, con le rispettive consorti. Ma ci sono anche personaggi che hanno dato lustro alla monarchia borbonica come Luigi Vanvitelli e Bernardo Tanucci. Gli abiti sono appositamente confezionati da una delle più antiche sartorie napoletane specializzate in costumi d’epoca con stoffe pregiate, tra cui le sete di S.Leucio. La seconda sezione richiama il mito e l’antica origine della nostra civiltà, dalla Sibilla cumana all’eruzione del Vesuvio. La terza è dedicata a protagonisti della letteratura, dell’arte e dello spettacolo. Fra gli altri Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Edoardo De Filippo, Totò, Vittorio De Sica e Massimo Troisi (per informazioni: 0823 830456 oppure 0823 3273489.
Niente Chupa Chups a Caserta, dunque, ma la possibilità di “toccare la storia con mano”. Vi sembra poco?