Una serata speciale quella di Vinigustando dedicata ai vini di Antonio Caggiano al Ristorante Tre Olivi di Paestum, iniziativa che ho segnalato giorni fa (vedi). A raccontarla sono le immagini di persone e piatti pubblicati sul blog di Diodato Buonora, Fiduciario dell’Amira di Paestum (vedi).
Mi è piaciuta l’idea di mostarvele per farvi gola, farvi un pò rammaricare di non esserci andati ed anche per mostrare come uno dei tanti post si trasformi in piatti, vini e serate, dietro le quali ci sono ore di lavoro del team in cucina e in sala, dell’imprenditore vinicolo che accompagna la serata e di quello che l’organizza.
Tutto questo, poi, si traduce in sensazioni odorose, gustative e nell’allegria di una cena trascorsa tra il racconto del viticoltore, del maìtre, dello chef e del commensale che con noi divide il pasto; sul vino, sul cibo e sul passato.
Su quella volta che si trovo’ in un locale dimenticato da Dio e dagli uomini nel quale mangiò la migliore frittata di patate della sua vita, fatta all’impronta da una vecchina dolce con quello che aveva in dispensa e servita dal vecchio marito quasi centenario, mentre alle sue spalle transitava tranquillo un pastore con il suo asino carico di fascine di foraggio. Un animale che sarebbe la festa di compleanno per qualunque bambino urbanizzato, di quelli che gli animali li vede su Quark. Ma si dà il caso che quel bambino fossi io, ventottenne, in visita alla Hora di Serifos, un’isola che è non più di un tappo di sughero galleggiante nell’Egeo.
Tutto questo, infine, sembrerebbe non avere nulla a che vedere con Paestum, se non fosse che devo alle giornate di degustazione svolte ad un passo dai meravigliosi templi dell’area archeologica di Paestum, quest’estate, l’incontro con un gruppo di lavoro straordinario coordinato dal giornalista Luciano Pignataro per la Guida dei Vini Buoni d’Italia, gruppo che ha diviso con me un altro dei ricordi indelebili del mio album dei ricordi culinari: un fantastico pesce bandiera guizzante gratinato in una foglia di fico cilentano con una sorta di mousse aromatizzata da una delicata nota di limone e carota. Un piatto del giovane e straordinario chef battipagliese del Nettuno Beach della famiglia Capo: Vincenzo Menichino.