Lo chef Mario Avallone de La Stanza del Gusto di Napoli l’ha chiamata la Mnemoteca del Gusto ed invita tutti a contribuire (info@lastanzadelgusto.com – 081401578). Scrive: “Ci sono ancora tanti segreti sapori nascosti nei palazzi, nelle case, nelle cantine. Se avete un taccuino, un libretto di cucina di famiglia o checchessìa, anche se consumato o tarlato, mettetelo a disposizione non solo per farne un database (ricette per tutti e da provare) ma per poter mantenere in vita la Vita. Perchè qualcosa se ne va per sempre se un sapore muore ed anche perchè tutte le storie della Storia passano dalle cucine. Confido in tutti Voi!!”
Trovo semplice e geniale questa idea che attua un buon intendimento di molti: “non dimenticare i sapori e il modo di fare le cose di una volta”. Quante volte ho ricordato il “Verdolino”, liquore agli agrumi verdi di mia nonna Adalgisa nella vita? Quante volte quel bel Nocillo secco di mio Zio Gennaro?
Ogni anno era una specie di rito nella casa nella quale oggi abito, l’apertura del Nocillo dell’annata. Lo ricordo tappato con un sughero e in una di quelle bottiglie un pò cicciottelle delle Peroni piccola di una volta. E poi: gli Struffoli a Natale come li faceva mio padre su reinterpretazione della ricetta di mia nonna, il Rosolio di Zio Fulvio, fratello di papà, e infine il Capretto cotto sul fuoco come lo fa mia nonna materna che è di Baronissi (Salerno): tirato con la sola sugna e l’aceto di vino.
Ne ho le ricette? Non lo so. Avallone mi ha dato un’ulteriore spinta per scoprirlo. m.p.