Chiamato a rispondere di violazione della concorrenza di fronte alla sezione speciale per la proprietà industriale e intellettuale del Tribunale di Roma, il “Gambero Rozzo” una delle guide gastronomiche più consultate dagli italiani, sfugge al sequestro e conquista le prime posizioni nelle classifiche di vendita dei libri. Parla di questo caso Winenews.it, cui vi rimando (vai).
Non sarebbe dunque lesivo del marchio registrato dalla G.R.H. Editore de Il Gambero Rosso, il libro di Carlo Cambi, edito da Newton Compton.
Questa disputa rinfresca una mia riflessione di qualche giorno fa, quando ho dedicato un post all’uscita della guida (vai al post precedente). Mi chiedevo, nello scriverlo, quanto effettivamente giovasse al testo di Cambi avere nel titolo questo “rozzo”, che tanta confusione genera tra quelli che vi si accostano per la prima volta. Avevo concluso che il vantaggio di ricordare così tanto l’altro Gambero, non compensava secondo me questo handicap. Insomma: per una persona che non sa come è concepito il Gambero Rozzo (che tutt’altro è forchè una guida ai ristoranti rozzi), sembra sempre che il Gambero Rosso recensisca i ristoranti dove si mangia bene e l’altro recensisca quelli dove il cameriere ti accoglie a parolacce e improperi. In realtà così non è.
Anzi, confesso che uno dei ristoranti che più mi ha sopreso nel 2007 è proprio uno che ho trovato inserito nella guida di Cambi, il locale dove ho celebrato un giorno importante con un gruppo di quaranta amici provenienti da Europa e Nord America. Era il dicembre 2006, ed il posto era Il Ritrovo. Ci hanno accolto come amici, ma, al contempo, con grande professionalità, Salvatore Barba executive chef e proprietario del ristorante, e la sua compagna Teresa, esperta sommellier.
Ci sono ancora persone in Germania e in Francia con i quali in questi anni è ricorsa spesso, a metà tra serio e faceto, la vecchia trita e ritrita diatriba “meglio la cucina italiana, i formaggi italiani, il vino italiano o quelli francesi”, che continuano a elogiare, a distanza di un anno, gli antipasti variati e gustosi di verdure e pesce preparati da Salvatore e i liquori artigianali e i pasticcini e dolcetti di Teresa. Una festa di sapori incredibile che ha di gran lunga superato quanto in quest’anno molti amici in ogni angolo della vecchia Europa hanno potuto offrire per matrimoni e compleanni. Eppure, come accade spesso a queste latitudini, la cosa era nata semplicemente, con un minimo sforzo di pianificazione. Era bastata una simpatica conversazione e un semplice intendimento con Salvatore e Teresa, da subito dimostratisi entusiasti di accoglierci nel loro accogliente locale, perchè sapessero cosa avevamo in testa. Perfino prima che fosse chiaro a noi.
Lavora con il sorriso sulle labbra, e duramente, aiutata in sala dalla famiglia, questa coppia che si dedica alla ristorazione con passione e dedizione giovanile a Montepertuso, piccolo villaggio sulla testa coronata di Positano la chic. E’ questo un posto che con Nocelle, delizioso paesello poco più in là a ridosso della montagna che si erge a picco sul mare nella Costiera Amalfitana, ricorda i miei quattrodici anni e le estati con i vecchi amici di famiglia allietate dalle uscite in barca con mio padre, i braccialetti in cuoio colorato tanto di moda negli anni Ottanta e le passeggiate tra i vicoli di Positano grondanti di “pezze” e di costumi di cotone che non asciugavano mai.
A questi ricordi dedico questa piccola coda di 2007 e il 2008 che sta per arrivare.