Sono salita con l’ascensore e scesa a piedi dal Monte Echia nei giorni scorsi. Ho forse sbagliato: avrei potuto fare l’opposto. A suggerirmi la direzione più corretta è il mio compagno di passeggiata: Carmine Maturo, giornalista, ecologista e manager culturale. Abbiamo iniziato il 2025 con uno sguardo sulla nostra Napoli da questa incredibile terrazza (in foto) recuperata dal Comune dopo 18 anni dal varo del progetto. Qui il video relativo, del Comune di Napoli: https://youtu.be/7_tyhTsdEO4?si=DI-q6rO9_cQ2VrOl.
Una volta in cima, Carmine mi ha raccontato di ogni manufatto, pietra, reminiscenza e sogno di questo luogo magico che ci riporta alla fondazione della città nell’ottavo secolo a.C. da parte dei greci provenienti da Cuma.
Vi sono ancora ben visibili i ruderi della Villa di Licinio Lucullo.
Il tufo sbriciolato, eroso dagli agenti atmosferici si contrappone al cemento, rivestito di ‘grani di pietra lavica’ dei nuovi muretti realizzati per delimitare balaustre e giardini. Alle spalle del casotto – visivamente impattante, invero- dell’ascensore inaugurato ad aprile scorso, l’Archivio di Stato Militare.
Con una breve passeggiata tra le case dei pescatori di Santa Lucia, la cui vista sul mare è per sempre stata tappata dalla muraglia rappresentata dagli hotel del Lungomare, si ridiscende.
Non potevo avere migliore guida nella dimensione alto e basso, in Carmine.
Lui: valorizzatore e comunicatore di quella peculiarità tutta napoletana che sono le scale. La verticalità o obliquità sono per lui oggetto di riflessione continua. Si dedica al ventre di Napoli e alla collina con uguale entusiasmo e competenza. Ma sempre con originalità e spirito critico.
Per ogni napoletano, le scale pubbliche sono un vero patrimonio. Un rifugio, un taglio dal rumore e dal traffico.
Esse collegano le cime delle colline e le viscere della città e rappresentano percorsi privilegiati per conoscerne la morfologia, la storia, le tradizioni e la contemporaneità della città.
Salite e discese offrono emozioni e prospettive impareggiabili. Il censimento di questo capolavoro urbanistico parla di “oltre 200 percorsi, tra 135 scale e 69 gradonate”.
Il percorso toccato con Carmine Maturo, presidente del Coordinamento #scaledinapoli, nato nel 2011, http://www.scaledinapoli.com/?m=1, è quello delle Rampe Lamont Young, l’architetto autore di Villa Ebe, palazzo in stile neogotico (lo stesso del Castello Aselmeyer, altro suo capolavoro), che fu sua residenza, e i cui resti si scorgono scendendo verso il Chiatamone.
È un personaggio interessantissimo, Lamont Young: un visionario, morto suicida. Fu il primo a progettare la metro cittadina, suo cruccio irrisolto, e a immaginare, a Bagnoli, il quartiere Venezia.
E voi ci siete mai stati qui? Ve lo consiglio per il 2025.