Si svolgerà il prossimo 7 febbraio 2014 presso l’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli, l’incontro di divulgazione ed aggiornamento tecnologico “La Bonifica verde dei suoli contaminati “.
L’evento organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Risonanza Magnetica Nucleare per l’Ambiente, l’Agro-Alimentare ed i Nuovi Materiali (CERMANU) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, diretto dal Prof. Alessandro Piccolo, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale (DICMAPI), con il Centro Studi Agriter del LUPT e con la Mediter srl, vuole presentare alcune tra le più recenti tecnologie sostenibili per il ripristino della qualità dei suoli inquinati da molecole organiche e da metalli pesanti.
L’inquinamento di suoli e falde provocato da molecole organiche poco solubili in acqua e da metalli pesanti rappresenta una seria minaccia per l’ambiente e la salute umana.
Il concetto di bonifica eco-compatibile si basa sulla conoscenza dei processi naturali chimici, fisici e biologici del suolo, sui quali sviluppare tecnologie di bonifica sostenibile, a basso impatto ambientale ed economico.
La bonifica ”verde” implica la minimizzazione dell’uso di materiali industriali (composti chimici di sintesi, ceppi batterici e fungini esogeni) che possa compromettere le proprietà fisiche, chimiche e biologiche originali dei suoli e rappresentare un ulteriore problema per la biodiversità dei suoli.
La bonifica ”verde” vuole integrare diverse tecniche avanzate ed ottenere sinergicamente risultati di bonifica veloci e definitivi:
Ø Rimuovere rapidamente gli inquinanti organici ed inorganici attraverso il lavaggio in situ di suoli con surfattanti organici naturali umificati.
Ø Inertizzare definitivamente gli inquinanti organici nell’humus del suolo con l’azione di catalizzatori “verdi” biomimetici e nanobiocompositi.
Ø Aumentare la biodisponibilità degli inquinanti residui per la degradazione microbica naturale nel suolo attraverso aggiunta di sostanza organica umificata come il compost.
Ø Integrare la degradazione naturale con specie microbiche e fungine autoctone del suolo (Bioaugmentation).
Ø Adottare colture vegetali ad alta capacità fitoestrattiiva dei metalli pesanti resi fitoassimilabili dall’humus aggiunto ai suoli.
Per informazioni
Coordinamento e Segreteria organizzativa
Dott. Ettore Guerrera
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