Perchè no? Anche il vino vuole la sua musica.
Immaginiamo di dar corso al rituale di apertura di una delle nostre bottiglie da collezione, di intaccare la capsula, toglierla con gentilezza e affodare la punta del cavatappi.
Giriamo, giriamo e… via il sughero. Lo annusiamo e già pregustiamo i profumi che si sprigioneranno nel versare il vino dalla bottiglia al decanter o nel bicchiere.
Mentre siamo sul più bello, attacca uno scatenato rock che ci spacca i timpani. E no! Orrore! La superfice del vino si increspa come se si stesse sollevando il primo vento che annuncia la tempesta.
E’ questa la scena che mi ha suggerito l’interessante articolo pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, che riporta le teorie di Clark Smith, famoso enologo e produttore che sostiene che la scelta pezzo giusto è in grado di ottimizzare e valorizzare il sapore del vino. Meglio spegnere lo stereo piuttosto che scegliere un accompagnamento musicale infelice, sostiene l’esperto.