pasta e cavolo secondo me fotomonicapiscitelli |
Pasta e cavolo. Un must della cucina napoletana. Peperoncino e olio extravergine, ovviamente. Mantecatura con un pò di Pecorinograttuggiato (si!) o un filo di Colatura di Alici di Cetara per finire: meglio.
Da un pò inverto, nel preparare questi classici primi piatti della tradizione, il porcedimento. Qualche chef mi correggerà. Magari si fa da sempre. ma di certo il procedimento non è consueto. Io procedo in qeusto modo per alcuni buoni motivi: conservare la corccantezza del cavolo, smaltire un pò d’amido della pasta, velocizzare i tempi di preparazione ma anche far si che la pasta si rigonfi degli umori del cavolo e li imprigioni.
Prefrisco il cavolo verde, romano.
Vediamo un pò di che parlo.
il momento di saltare foto mp |
Ingredienti per 6 persone:
1 cavolo romano, 2 spicchi d’aglio, una noce di burro, 2 tazzine di olio evo, pepe, peperoncino, 500 gr di pasta di Gragnano, per esemio ditali grandi
Procedimento:
Pulite e lavate il cavolo accuratamente. Staccate con le mani i pinnacoli del cavolo e metteteli a bollire. Quando sono ancora ben sodi e verdi, versateci la pasta dentro. Cuocetela molto al dente. In una padella soffriggete l’aglio e il peperoncino nell’olio evo. Scolate la pasta e i cavoli e saltateli a fiamma viva. Aggiungete una noce di burro, il pepe, il Pecorino (o il Parmigiano Reggiano. In questo caso un filo di Colatura di alici darà un tocco unico). Servite caldo con un ciuffetto di cavolo per decorare il piatto. Se preferite una parte del cavolo lavoratelo al mixer con un pò di acqua di cottura per renderlo in crema. La inconrporerete in padella.
Vivido: un nome un vino |
Abbino un simpatico Aglianico Sannio Doc della azienda agricola Maiellaro (www.maiellaro.it), che trovo non so come tra le mie bottiglie. Il nome rispecchia, per una volta, il vino stesso. Rubino, naso accattivante di frutta polposa e su un tappeto di note speziate molto gradevole e composto. Gusto vivace e facile alla beva, appena appena con un eccesso di dolcezza. Il corpo e lunghezza, la garbata acidità, rendono questo vino franco un piacevole compendio per la cucina di tutti i giorni. Nasce da un impianto di aglianico biotipo Taurasi di 2,1 ettari, all’interno del parco regionale del Taburno-Camposauro, acquistato da Carmine Maiellaro, professionista desideroso di riappropriarsi dell’identità contadina dei suoi avi. Il nonno Gennaro, era contadino.
Soreprendente il Prezzo: 1- 5 euro. In questa fascia di prezzo @@@@.