Montanara per iniziare |
Hanno sfilato, tra un intervento ed un altro, le pizze: Montanara per Acciaio, con Pomodoro a Pacchetelle per Iervolino, Marinara con il Miracolo di San Gennaro per Ciro Salvo e con Pomodoro Corbarino e Provola affumicata per Vuolo.
Trionfa la semplicità, così tipica della tradizione napoletana, della farcitura e la pura esaltazione della materia. Gli impasti, alcuni realizzati con la farina del Molino Quaglia (la 0 e la tre) di Vighizzolo d’Este, sono frutto di lunghe lievitazioni. Poco lievito di birra, uso preferenziale della temperatura ambiente e lievitazione slow. 20 ore o anche 34. Ma anche meno, come nel caso di Vuolo. Anche questo secondo la più verace tradizione.
Presenti il decano della pizza napoletana Antonio Pace e i rappresentanti dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, il collega Tommaso Esposito che ha proposto una zoomata storica sulla pizza, la collega Laura Gambacorta che ha fatto una introduzione sul mondo degli oli Dop, lo chef Giuseppe Daddio che ha parlato del corso accreditato per la formazione dei pizzaioli della sua scuola Dolce e Salato. Qualche parola circa la mia Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania e sui profondi cambiamenti che stanno interessando il mondo della pizza in questi ultimi anni, da parte mia.
Le birre sono quelle selezionate da Gilberto Acciaio, il fratello di Luigi, Biersommelier di gran passione ed esperienza che con disinvoltura ha proposto gli abbinamenti con le varie pizze inondato la tavola di bionde, Weizen e doppio malto.