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La Primavera sembra lontana, ma la giornata di ieri, 18 febbraio, mostra quanto in fondo sia già nell’aria. Parliamo allora del rifiorire dopo l’inverno e di agricoltura.
Il 2014 appena iniziato è stato dichiarato dall’Onu l’anno dell’agricoltura familiare. L’agricoltura su piccola scala, quella che dà reddito alle famiglie e alle comunità, che fa da sempre un uso rispettoso del suolo e conserva intatti i paesaggi delle regioni italiane è al centro di una rivalutazione. Se ne parlerà alla Expo di Milano, nel 2015, il cui tema è il cibo. Alla difesa delle eccellenze gastronomiche minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall’omologazione, Slow Food ha pensato per tempo. 10 anni fa.
Sono oggi 200 i Présidi (www.fondazioneslowfood.it), legati alla economia del mare e della terra. La loro importanza è tale che tra le motivazioni che hanno indotto a nominare Edie Mukiibi, ventottenne agronomo ugandese, Vicepresidente di Slow Food International c’è che “ha avviato nel suo paese 75 orti e due Présidi”.
Dietro il progetto, agricoltori, pescatori, norcini. Sul sito della Associazione che professa il buono, pulito e giusto le produzioni tutelate sono 200. In Campania, ad oggi 19, grazie all’arrivo, annunciato a febbraio, di un nuovo Présidio la Salsiccia del Vallo di Diano. Oltre a prodotti come la Soppressata di Gioi, la Salsiccia rossa di Castelpoto, la Colatura tradizionale di Alici di Cetara, le conserve dell’Antico Pomodoro di Napoli, l’Oliva Salella Ammaccata del Cilento, i Ceci di Cicerale, il Fagiolo Dente di Morto di Acerra, che sono, bene o male, disponibili tutto l’anno, la gran parte sono stagionali o subiscono significative variazioni nel corso dell’anno.
La primavera – che si annuncia molto promettente sul fronte della battaglia per la tutela delle piccole produzioni grazie il lancio, al Galleria Umberto (dal 7 al 9 marzo), di Leguminosa, rassegna dedicata ai legumi promossa da Slow Food Campania – ce ne regala alcuni deliziosi: il Carciofo bianco di Pertosa, il Carciofo Violetto di Castellammare e il Broccolo aprilatico di Paternopoli. Prodotti che hanno una identità territoriale e gustativa che convince.
Ne parlo sul numero di marzo di Where.