Un incontro casuale con Dubl + a Capodichino.
4 ore di ritardo del mio volo. “La macchina” – mi fanno al desk informazioni – sta vendendo da Milano per rimpiazzare l’altra. Più tardi annunceremo la disponibilità di un coupon per il pranzo. Tenga le orecchie tese.
Ho cominciato a gironzolare per il terminal. Capodichino è diventato grazioso. Un piccolo aeroporto ma ben fatto. Duty free a parte – che ha una triste rappresentanza di vini campani e ben cari, oltre a prodotti piuttosto commerciali -ho già avuto occasione di notare l’apertura di un punto ristoro dei Feudi di San Gregorio. Mi accingevo a darci un’occhiata quando, al piano terra, dove solo i gate ho visto da lontano una gran scritta: Snack and Bubbles. E una serie di ordinata bottiglie.
Ma che dico? Una parete piena di spumanti. Alcune grosse bottiglie.
Mi si fa incontro un ragazzo sorridente e gentile e mi fa segno di accomodarmi. Dopo di che devo aver perduto i sensi. Non so più dire dove fossi.
Credevo di aspettare il mio volo. E invece mi son trovata a degustare Caciocavalli irpini e soppressate, salsiccette e prosciutti di ottima fattura. Mi sono sentita oltre Baiano.
Lui è Luigi Scala, ammaliante sommelier di Napoli con una vocazione per la persuasione sensoriale. Direi. I prodotti quelli della selezione dello chef stellato di casa Feudi, Paolo Barrale. Tra cui i salumi di Ciarcia di Venticano.
Scala mi ha coccolata facendomi degustare tutta la gamma Feudi con garbata essenziale capacità comunicativa. Conosco il Dubl Falanghina e Rosato e il Greco. Apprezzo la immediatezza e gradevolezza dei primi due e sul Greco, il Dubl +, mi soffermo sempre un pò. Ma questa annata ha qualcosa di speciale. Una complesssità, fragranza e lunghezza di bocca che ne fa un vini che ha aspirazioni da spumante con la S maiuscola.
E centra l’obiettivo. Questa bottiglie, millesimo 2013, ha ricevuto l’Oscar del Vino nella categoria Miglior Spumante Metodo Classico dalla Fondazione Italiana Sommelier- Bibenda.
E’ un viaggio. Un viaggio nella terra del Greco, così potente eppure non eccessivo. Elegante e di carattere.
A un tratto mi son resa conto che doveva esser passato tanto tempo. Era ora di tornare alla realtà.
Un saluto all’Irpinia palpitante di Capodichino, e, boarding pass alla mano, volo ad Atene. E dico ciao alla mia Campania uscendo dalla porta che più mi manca quando sono all’estero, oltre quella cilentana: la terra dei lupi.