“In tanti conoscono le risaie del Piemonte molto, meno le risaie nella Lomellina” racconta Luisa Corbetta, produttrice e sommelier del riso, tanto affezionata a Napoli. Suo, il Carnaroli Terre dei Padri, coltivato su terreni di famiglia nei pressi della Cascina Zanaglia e su quelli della Cascina Molino.
La Lomellina, nella provincia di Pavia, è un territorio prevalentemente pianeggiante, punteggiato di piccoli e antichi paesi si può passeggiare o pedalare lungo gli argini rialzati delle risaie con la sensazione di stare sospesi tra cielo e terra, con le nuvole che si riflettono negli specchi d’acqua.
“Le risaie della Lomellina – racconta Luisa – offrono uno spettacolo unico e difficile da descrivere a parole, specialmente in primavera, quando con il loro luccichio annunciano l’arrivo della bella stagione”.
Fiera, determinata e gentile.
La avevo lasciata in una delle serate di Wine and the city 2024, all’Archivio di Stato. Mi intrattengo sempre volentieri a parlare con lei che mi annuncia che il suo Carnaroli è in menù a Napoli in alcuni locali e spacci che abbiamo insieme selezionato. Tra questi Antica Latteria Papaccioli e lo storico Umberto (qui la nostra mattina a Napoli), della famiglia Di Porzio.
Ci vuole tanto animo per portare fuori da quel lembo di Lombardia incuneato nel Piemonte, e compreso fra tre grandi fiumi, il proprio prodotto, piccolo piccolo, in confronto a ben più noti risi sul mercato. Ma Luisa non si perde d’animo e condisce le sue visite nel Sud, cui dedica molti del suo impegno commerciale, con una buona dose di incontri sociali e amicali.
Il riso del professore, a maggio, aveva fatto della figura in due ricette molto diverse: il ‘Carnaroli con limone, timo, capperi e mandorle’ e il ‘Risotto con piselli in doppia consistenza, caciocavallo di frisona e polvere di cipolla’ . Ad elaborarle erano stati gli chef Angelo Carannante del Caracol di Bacoli e lo chef Gjorgio Comitangelo di Giardino Torre di Capodimonte, Napoli.
Quest’ultimo è un posto particolarissimo dove sono stata per la presentazione del bistrot e della pizzeria che, con tutto il lavoro di recupero fatto da Delizie Reali Scarl (la società vincitrice nel 2018 del bando di gara europeo per il programma di valorizzazione e gestione del Giardino e Casamento Torre), custodisce il forno dove si racconta fu fattala prima pizza Margherita, perchè la Regina Margherita, consorte di Re Umberto I di Savoia, durante il suo soggiorno alla Reggia di Capodimonte, fece convocare pizzaiolo Raffaele Esposito, cperchè le facesse assaggiare la pizza e lui le preparò, per omaggiarla, una tricolore: con pomodoro, latticino e basilico. Era il 1889.
Ma torniamo al riso.
La Cascina Zanaglia, sede di Terre dei Padri, è rimasta pressoché immutata dal 1824. La zona, che ospita testimonianze naturalistiche di grande pregio, da bene il senso di come doveva essere in passato la Lomellina. Una zona nella quale, è bene ricordarlo, è ampiamente, e storicamente, diffusa la coltura del riso. A testimonialo è la presenza Sala della contrattazione merci di Mortara, la più importante in Italia, per quanto riguarda la compravendita del riso
La Cascina è situata in un area di grande pregio naturalistico nei pressi della Riserva Naturale Regionale della Palude Loja , un’entità biologica di straordinario interesse, salvata dai pericoli di distruzione che hanno invece colpito la vicina zona delle sorgenti delle Rogge Guida e Raina. Su terreni in parte donati alla comunità dal Papà delle attuali proprietarie della Cascina Zanaglia e socie della Terre dei Padri, la Regione Lombardia, nel 1984, ha istituito la Riserva naturale.
Il riso Carnaroli di Terre dei Padri è di qualità ed è frutto del recupero e valorizzazione dei terreni di famiglia. Due le tipologie: bianco e integrale.
Del mio assaggio del riso Terre dei Padri ho scritto per il magazine Wine and the city della manifestazione ideata da Donatella Bernabò Silorata.