Serena e lussureggiante, la Basilicata si distende placida verso Sud. Nel silenzio della campagna, nell’animazione dei suoi borghetti smarriti tra colline e montagnole e nei profumi dei suoi tesori gastronomici.
E’ una terra bella e poco considerata perchè vittima della pigrizia di chi non organizza sistematicamente il suo sviluppo e di quanti preferiscono percorrere sentieri noti e battuti per le gite fuori porta.
Eppure ha tanto da offrire.
Soprattutto un territorio sano e senza stress. Eppure sembra che non le sia rimasto che un film per sperare in un rilancio.
Dopo Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo e Tre Tocchi di Marco Risi, lo sceneggiatore napoletano Massimo Gaudioso è tra Castelmezzano e Pietrapertosa per girare la Grande Seduzione.
La troupe è di stanza al Becco della civetta dove, con la vista sulle spettacolari cime frastagliate delle dolomiti lucane, si rifocillano con la cucina vera e saporosa di Antonietta Santoro.
Qualcuno, incluso le amministrazioni, con poca fantasia, spera che questo ennesimo film produca l’effetto che si è avuto con Benvenuti al Sud a Castellabate. Ignorando che lì è stata più che altro una attenta comunità di stranieri europei ad aver dato il maggiore contributo al cambiamento. No: un film non è una politica di sviluppo territoriale. Ma un eccellente spot a costo zero al quale agganciarsi.
Agganciarsi per parlare di Antonietta e per parlare di Salvatore, solo per dire due nomi che stuzzicano una leva davvero efficace per promuovere un territorio nel quale la campagna produce suo malgrado un effetto rigetto sulle parti industriali piazzate qua e là senza ordine: il cibo.
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Non è facile farsi vedere dal mondo, dall’occhio degli esperti del settore se lavori in questo mare di colline e fiori. Loro sovrastano il profumo dei tuoi piatti e delle tue pizze. Non c’è talento che tenga.
Ne abbiamo avuto una prova, purtroppo, con lo chef Frank Rizzuti, scomparso prematuramente da alcuni mesi, e solo di recente premiato con la stella Michelin. E’ anche questo che mi ha portato in Basilicata.
E’ un curioso destino, quello di certi talenti del Sud: tutti hanno simpatia per te, e ti apprezzano pure, ma quando in ballo è la testa di una classifica difficilmente ripescano il tuo nome.
In fondo è perchè ognuno di noi ha il peso del proprio saper fare proporzionato a un bacino d’utenza al numero dei contatti che attiviamo.
Forse, però, si sottovaluta il peso relativo e il potere d’attrattiva, in un contesto marginale quale quello di un paesino, di pietanze uniche. Uniche come può essere a Scalera di Filiano una pizza verace napoletana.
Da Salvatore Gatta vengono da ogni dove della lucania. Tutti indistintamente dicono bene della tua pizza. “E’ davvero buona” ripetono.
Ma senza i termini paragone certi, questa pizza resta così: davvero buona.
Invero, a mio avviso, non è affatto così.
La pizza di Salvatore Gatta, pizzaiolo lucano, delegato della Associazione Verace napoletana, che ho accompagnato per due serate – 28 e 29 maggio (con Slow Food Vulture e Potenza) – del Pizzafestival, è la migliore della Basilicata. Anzi è tra le migliori della Campania, cui inevitabilmente si paragonano le pizze del mondo.
E davvero merita di essere accostata alle migliori di Napoli.
E quando parlo di Napoli considero i mostri sacri: il primo cerchio ristretto dell’Olimpo dei grandi pizzaioli acclamati come star di questi tempi.
Senza timore di evocare i Coccia, i Pepe, i Salvo, i Vuolo e così via.
Questa è la pizza di Gatta, professionista sobrio, colto e modesto, che ha molti progetti anche per cambiare radicalmente l’aspetto del suo locale nato con la vocazione da pub e birreria.
Impasto superbo – leggero e digeribile a lunga maturazione, cotto perfettamente – farcitura realizzata con ingredienti di straordinaria coerenza e qualità. Assortiti e bilanciati con rara misura e senso estetico. La Mozzarella lucana, Pezzente della collina materana, salsiccia fresca, Caciocavallo Podolico e così via incontrano il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, il San Marzano e altri prodotti campani di imprescindibile importanza.
Il risultato è una pizza 100% napoletana, che al gusto, per la scelta degli ingredienti, risulta come se Napoli l’avessero spostata su una montagnola. I sapori sono più decisi e contadini.
Ma diventano magicamente freschi e pimpanti quando Gatta, attinge ai pomodori, agli oli evo che sono tanto abbondanti nella terra campana.
Altro dono di questo pizzaiolo, che vanta una ricca esperienza nel campo della gelateria, cui ha dedicato quasi 10 anni della sua carriera, è la misura nel dosare gli ingredienti della farcitura. Cosa rara, in cui errano anche i migliori dimentichi che un ingrediente di qualità è molto più intenso e ricco che uno comune. Salvo rarissimi casi che non a caso solo il top del top degli artigiani, gli inarrivabili.
Il risultato è l’armonia complessiva. La pizza di Gatta è leggera e perfettamente bilanciata. La mangi e dimentichi di aver mangiato. Se non per la sua bontà.
Posso dire nella top 5 o 10, che dir si voglia, delle migliori. Complimenti.
Fandango
Via delle Querce, 15,
Scalera Potenza
tel: 0971 808781