Si preannuncia un autunno caldo in casa Aisnapoli guidata da Tommaso Luongo. Nella sezione che ho battezzato BOLLE IN PENTOLA, della Newsletter di luglio dell’Associazione Italiana Sommeliers della Campania di cui mi occupo dal Giugno scorso, ci sono almeno due interessanti appuntamenti:
I vini gialli e la caccia al tesoro
Il prossimo 4 settembre Ais Napoli e Ais Benevento danno vita insieme a una iniziativa dedicata ai “vini gialli dei Fratelli Muratori”. Il pomeriggio didattico sarà animato anche da una simpatica caccia al tesoro in vigna.
Malazè: vini e vigne del Campi Flegrei protagonisti
Lunedi’ 7 settembre (ore 19,00), nell’ambito di Malazè – Il cratere del gusto si svolge a V il la Livia un seminario a cura dei preparatori d’uva Marco Simonit e Pierpaolo Sirch. Questo il presupposto: la tecnica di potatura per la salvaguardia delle antiche forme di allevamento è un insostibu il e alleato della biodiversità viticola nel territorio flegreo. All’incontro realizzato in collaborazione con la delegazione di Napoli dell’Ais, segue la degustazione dal titolo “I Campi Flegrei incontrano il mondo: i vini da uve a piede franco”.
L’Asprinio
Inoltre si prepara un evento davvero ridotto nel numero dei partecipanti: la vendemmia sulle Alberate in casa Grotta del Sole, tipica e antica forma di allevamento dell’Asprinio d’Aversa. Uno spettacolo: le viti si arrampicano fino a venti metri di altezza sui pioppi a cui sono maritate. E con loro anche i contadini. Sono sempre meno le risorse specializzate in questa operazione che unisce alla difficoltà di stare in equilibrio ad una tale altezza su una scala slanciata e stretta, quella di condurre a buon fine e con la dovuta cura la raccolta. La scala poi, oltre ad essere assai difficile da manovrare ed estremamente pesante, richiede, non potendosi che appena appoggiare all’albero, di dovervisi agganciare. Insomma: pensate ad una danza rituale tipo quelle dei ceri di San Ubaldo a Gubbio o i Gigli di Nola, a Nola. O quelli di Brusciano.
Gli operai si ancorano alla scala facendo forza sui piedi e sul ginocchio, usando la leva della gamba. Ad agevolarli un pò c’è solo il fatto che per lo piu’ queste scale sono fatte a misura: la distanza tra un piolo e l’altro è quella tra il piede e il ginocchio dell’operaio a cui appartiene la scala, la quale, poi, è larga appena poco più del ginocchio. Insomma: è come se la scala fosse una protesi del contadino. Immaginate i trampolieri di una volta! Uno spettacolo da non mancare.