Per i Tre bicchieri al Palazzo Caracciolo, organizzati dalla Città del Gusto di Napoli guidata da Serena Maggiulli, con il curatore della Guida ai vini d’Italia del Gambero Rosso Gianni Fabrizio ho condotto la degustazione di 5 dei 9 premi speciali Top wines della edizione 2017. Con la presenza di Stefano Aymerich di Laconi, Angela Fronti, Aimone Vio e il cantiniere di Nicola Chiaromonte.
I 9 premi speciali assegnati dalla guida Vini d’Italia 2017 del Gambero Rosso simboleggiano la sintesi del meglio che il territorio italiano può offrire.
I numeri della Guida 2017: 984 pagine, 22000 vini, 2400 produttori, 429 Tre Bicchieri, 88 Tre Bicchieri Verdi, 88 Tre Bicchieri sotto 15 euro. Ecco qualche appunto sui 5 vini degustati dalle 19 alle 20, prima che andassero di scena i banchi d’assaggio e la straordinaria festa con Dj Barone e i sommelier Ais Napoli in servizio coordinati da Franco De Luca.
BOLLICINA DELL’ANNO
Ruggeri & C. – Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. 2015
La cantina Ruggieri è fondata da Giustino Bisol, da cui il nome del Prosecco premiato, nel 1950 Giustino Bisol ma la famiglia ha profonde radici nella cultura vitivinicola del territorio di Valdobbiadene, addirittura risalenti all’Ottocento.
Siamo di fronte a una azienda che ha infilato una serie di Tre Bicchieri con il suo Vecchie viti.
Ma quest’anno di distingue con Giustino B una selezione di Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. ed è un Extra Dry.
BIANCO DELL’ANNO
Tenuta di Tavignano – Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva DOCG Misco 2015
Azienda dei coniugi Beatrice Lucangeli e Stefano Aymerich di Laconi sorge nella località Tavignano, amministrativamente nel comune di Cingoli (provincia di Macerata) ma per vocazione a pieno titolo nella zona più classica dei Castelli di Jesi, cittadina che dista appena 12 chilometri.
ll Castello di Tavignano sta alto sopra i 230 ettari di proprietà, solo 29 dei quali a vigneto. Coltiva Verdicchio, Pecorino, Passerina a bacca bianca e Lacrima del Morro d’Alba a bacca rossa, oltre Sangiovese, Montepulciano e Cabernet Sauvignon per alcuni blend.
Si tratta di una cantina già da diversi anni sotto al lente di ingrandimento degli addetti al settore, che ha raccolto diversi premi.
Misco – il cui nome è mutuato dal nome latino del fiume Musone che scorre a valle del Cingoli – viene da vigne coltivate su terreni sciolti allevate a cordone speronato con una resa di 60 q. li.
Oltre ai cinque degustati al Palazzo Caracciolo:
il premio Dolce dell’Anno della friulana Lis Neris con il suo Tal Lùc Cuvée Speciale. Un fantastico Verduzzo friulano e Riesling da meditazione frutto del taglio di due annate, la 2006 e la 2008.
Cantina dell’Anno è Bellavista, la grande azienda franciacortina di Erbusco (Brescia) capofila del gruppo Terra Moretti. Il Premio Miglior rapporto Qualità Prezzo dell’ottimo Pecorino ’15 dell’abruzzese Tiberio, azienda di Cugnoli, provincia di Pescara.Il premio per la Viticoltura Sostenibile, infine, dell’umbra Roccafiore, azienda di Todi (Perugia).
VITICOLTORE DELL’ANNO
Aimone Vio dell’azienda BioVio – Riviera Ligure di Ponente Pigato Bon in da Bon 2015
L’azienda di trova a Bastia d’Albenga (Savona) ossia a pochi chilometri dalla costa, nella Riviera Ligure di Ponente, tra Savona e Imperia. Arriva al Gambero Rosso con un premio molto importante che riconosce il merito al lavoro nel suo complesso.
BioVio è azienda agricola, vinicola, agriturismo e fattoria didattica. Una azienda in regime di biologico, ove, spiegano molto chiaramente, il biologico è una scelta naturale e culturale più che agronomica studiata a tavolino. Coltiva Pigato (utilizzato in tre etichette), Vermentino, a bacca bianca; Rossese e Granaccia a bacca nera. Su terreni rispettivamente marnoso-ferruginosi e argillosi.
ll Pigato – ”pigau” (“macchia”) per la macchiolina color ruggine presente sugli acini maturi – ha in questa zona il suo territorio di elezione. “Bon in da bon” (in dialetto “davvero buono”) da terreni marnosi argillosi a 100 m.s.l.m. – deriva dalla vecchia vinificazione che veniva fatta sui vini bianchi facendo fermentare il vino a contatto con le bucce senza aggiunta di lieviti selezionati. Fa 10 mesi in tonneaux e affinamento di 4 mesi in bottiglia.
LA CANTINA EMERGENTE
Istine – Chianti Classico LeVigne Riserva 2013
La giovane Angela Fronti porta avanti questa azienda di Radda in Chianti che, nel cuore del Chianti, anche in passato si è sempre occupata di impianto di vigneti e gestione del verde per conto di terzi.
Alcuni anni fa Angela ha deciso di avviare una cantina ed elaborare dei vini con una etichetta propria realizzando la prima vendemmia nel 2009.
I 20 ettari di proprietà si suddividono in tre appezzamenti tra Radda in Chianti -Istine (esattamente tra Radda e Castellina) e Casanova – e Gaiole in Chianti (Cavarchione). Li accomuna l’elevata altitudine e suoli prevalentemente rocciosi.
Dal 2012, Angela ha deciso di vinificare separatamente il sangiovese delle tre vigne di provenienza, al fine di esaltare e rispettare al meglio le caratteristiche di ogni specifico vigneto.
Chianti Classico LeVigne Riserva 2013 – prodotto in 1200 bottiglie – è ottenuto con uve raccolte ISTINE e CASANOVA DELL’AIA. Ciascun vigneto è vinificato separatamente in vasche di cemento per circa 15 gg alla temperatura max. 25°. Fa la Fermentazione malolattica in botte di legno e l’invecchiamento di 18 mesi in botte di rovere di Slavonia da 20 ettolitri, di cui 16 separati e 6 assemblati.
ROSSO DELL’ANNO
Chiaromonte – Gioia del Colle Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto 2013
Una etichetta che vede protagonista il Primitivo, re indiscusso della viticoltura pugliese, vitigno dalle origini misteriose che esprime il suo meglio proprio nei terroir situati tra Gioia del Colle e Acquaviva delle Fonti, vivace cittadina dell’entroterra barese, dove sorge la azienda. L’azienda è una delle più antiche nel territorio, nasce nel 1826 e per lungo ha prodotto vino sfuso, utile al taglierei vini deboli di altre regioni.
Nicola Chiaromonte, titolare della cantina e aerotecnico. rappresenta l’ultima generazione di questa famiglia dal 1998 ha avviato il suo progetto che conta su 32 ettari tra uliveti, ciliegieti e vigneti coltivati secondo metodi biologici. L’azienda ha perluongo tempo puntato su solo Primitivo e più recentemente ha impiantato, a spalliera, il Fiano Minutolo.
Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto 2013 viene da vigna di circa 60 anni coltivata con le antiche piante ad alberello. I terreni sono prevalentemente calcarei posti a una altitudine di 330 metri, considerevole per la Puglia, con rese per ettaro molto basse: circa 40 quintali per ettaro.