I Piccirillo con S.Salvo foto piccirillo |
Pizza. Non si parla d’altro. Tutti i maggiori gastronomi rivolgono la loro attenzione alla pietanza più amata del mondo. E’ accaduto qualcosa. I pizzaioli hanno preso coscienza dell’importanza della propria arte. Ma qualcuno si è pure accorto di loro.
Come un improvviso colpo di fulmine tra due persone che si conoscono da sempre. E’ incredibile cosa e quanto è accaduto in questi ultimi due anni. Ripensiamoci.
Franco Pepe lancia “Pepe in Grani” e viene ossannato (presto) per la seconda volta a Firenze. Enzo Coccia idea una pizzeria gourmet e incanta ancora una volta al Caesar Palace a Las Vegas. Pasqualino Rossi, il piccolo pizzaiolo di Alvignano, va a La Gatta mangiona, uno dei locali più trendy della capitale. Gino Sorbillo si inventa Casa della pizza e pianta le sue tende in Tv.
Sorbillo a La prova del cuoco foto sorbillo |
Maria Cacialli interviene, con la sua pizza fritta, tinteggiando di rosa appuntamenti fin troppo al maschile. Gugliemo Vuolo è sempre più lanciato nella comunicazione. Un artigiano cui mancava solo questo per spiccare il volo. Ciro Salvo è tra docenze al Gambero Rosso e apprezzamenti crescenti . I fratelli Susta a Casa Italia a Sanremo. Salvatore e Francesco Salvo rinnovano profondamente la propria attività e diventano ambasciatori del territorio. Associazione Verace Pizza premia i suoi Decani e invita i giornalisti come me a dire la propria sul futuro della pizza. E molto altro. Tanti pizzaioli protagonisti e tanti ingredienti messi al centro di preparazioni sempre più attente a salubrità e gusto.
E poi chi va a Vighizzolo d’Este al Molino Quaglia per PizzaUp. Chi fa l’edizione di Napoli. Chi va a Identità golose di Paolo Marchi e incontra i maestri di tutta Italia e la creme de la creme degli chef. E le serate in giro per l’Italia con Verace Pizza napoletana per spiegare la grande tradizione partenopea.
Il ciclo di eventi sulla pizza da Eataly. Pizza a Culinaria, al Mercato della Garbatella a Roma. Pizza al Bikini per Festa a Vico. Al via Pizzaiolo emergente, a maggio prossimo, con il gastronomo Luigi Cremona a Napoli. E poi i bei corsi sulla pizza di Dolce e Salato e quelli delle Associazioni. I Master Pizza di Slow Food. Le gare e i premi.Anche un Manifesto della Pizza italiana contemporanea con il consenso di alcuni dei maggiori esperti italiani.
I Pizza Mob di successo. Degustazioni ovunque. I post, gli articoli. Le recensioni sulle Guide di settore. Due incontri pizza e cucina da Don Alfonso. Petrini da Attilio Bachetti e Da Umberto dei fratelli Di Porzio. Giuseppe Giordano, originario di Tramonti si dedica a ricostruire la storia dei pizzaioli tramontani. Diamo vita a un convegno affollato nella sala del Comune che si replica sabato prossimo, con tanto di degustazione.
Coccia al Caesar Palace foto d.sorrentino www.lucianopignataro.it |
I libri fotografici.
Chi più ne ha più ne metta.
Ed ho sicuramente dimenticato qualcosa.
Tutto e tutti in ascesa. In affanno, unica notazione di segno negativo, e forse destinate a morire, le manifestazioni di massa, quelle che sono state per decenni la via privilegiata per comunicare la figura di taluni pizzaioli. Un’impostazione dell’attività delle Associazioni che aveva come target un popolo indifferenziato e che, lentamente, sta passando in secondo piano, per fortuna. Con tutto il corredo delle pizze acrobatiche colorate e i piatti in plastica.
A tutto vantaggio di eventi più selezionati e raccolti. Dove la pizza si degusta e non si mangia.
Un cambiamento importante cui ho dato il mio contributo con campaniachevai.it come anche anche insieme al blog del collega Luciano Pignataro per il quale cominciai quasi tre anni fa a scrivere sistematicamente di pizza. Poi è venuta una App e una Guida, libera e obbiettiva.
Ma non è questo il punto. Non sono qui per dire cosa ho fatto.
La cosa che mi preme – dopo aver visto ieri Enzo Piccirillo (lo prendo a simbolo), friggitore de La Masardona, a una Pizza per L’estate, dallo chef Gennaro Esposito (voce altissima della ristorazione italiana, vanto campano), è affermare che questa rivoluzione nella pizza, nei suoi aspetti di percezione verso l’esterno e di attività di ricerca correlata, è la cosa più grossa che sia accaduta a Napoli dopo il Rinascimento del primo Bassolino.
Ma interessa tutt’altre persone e categorie e dà speranza a molti. In una città che premia da sempre chi è più forte, vince finalmente chi lavora. E chi fa un lavoro da sempre considerato umile.
Sono orgogliosa di aver dato un contributo, non avrei potuto fare altrimenti visto che è mio l’andante: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Sono emozionata: un friggitore (uno che ha scelto di restare fedelissimo al mestiere delle donne della sua famiglia) in Paradiso! Fa conoscere la sua arte ad un grande chef e a tanti bravi colleghi.
Un eccellente artigiano si toglie ancora così giovane una soddisfazione meritata. Non come avveniva un tempo, che molti pizzaioli passavano la vita sul banco senza che nessuno si chiedesse da quali mani uscisse la pizza che avevano davanti.
Con Piccirillo e tanti altri che, caduti vicino alla pianta dei genitori, hanno portato il proprio seme a germogliare un pò più in là. Là dove fioriscono i sogni nel cassetto e si nutre la speranza.
Niente di così giusto ho visto accadere a Napoli negli ultimi decenni.
Napoli, con la pizza, finalmente vince. E vincerà sempre di più se sapremo conservare unità e umiltà. Se non dimenticheremo che Napoli è come la pizza e viceversa: semplice e sottovalutata. Ma che strappa un sorriso a chiunque.