Domenica di relax dopo gli stravizi Mondiali.
Da ieri avevo in frigo un’ottima salsa di pomodoro che avevo mescolato con la Ricotta di Pecora per un Pacchero di Gragnano Dop Di Martino (www.pastadimartino.com) pieno di basilico e Parmigiano Reggiano Malandrone 1477 (www.maladrone1477.com) di Pavullo nel Frignano (Modena) ho avuto in dono a Napoli, a Emergente Sud. 24 mesi di stagionatura da latte ottenuto da 300 vacche di razza frisona delle quali una parte tenuta libera al pascolo.
Sembra perfino troppo buono – peculiare – per usarlo solo con la pasta.
E’ complesso, quasi con dei rimandi di sottobosco.
Oggi, presa quella salsa realizzata passando il Pomodoro Antico di Napoli Presidio Slow Food di Sabato Abagnale (www.terraslow.it), del quale me ne trovavo una lattina religiosamente custodita, ho fatto un Uovo al Purgatorio. Ma che uovo!
L’olio extravergine è quello di Nicolangelo Marsicani (www.marsicani.com). Al Pomodoro, che è tutto un programma, ho aggiunto il peperoncino irpino della famiglia olivicoltori e viticoltori Famiglietti (www.cantinefamiglietti.com) e poi ci ho tuffato due uova Peppovo (www.peppovo.com) suggeritemi da Salvatore Lista di Sagra Prodotti tipici.
Mi aveva detto “sta lavorando molto bene, questo ragazzo” e tanto mi era bastato. Giuseppe Lecce produce uova bianche, di galline livornesi (amo le uova bianche), da animali che razzolano a terra.
Sono naturali e saporite. Peppovo si trova a Sora, centro noto per l’omonima fiera all’ingresso della Valle Roveto, sul confine laziale-abruzzese della zona protetta del Parco Nazionale d’Abruzzo.
L’olio evo – ho utilizzato la bottiglia di Dop Cilento, gentile e di carattere al contempo – del Frantoio Marsicani nasce da 4500 piante di olivo (della cultivar Pisciottana, autoctona, ma anche disposti su 50 ettari di terreno, dei quali 20 olivetati, nel cuore del Cilento.
Visto che siamo in clima patriottico, e per aggiungerci un pò di allegria, su questo castigato Uovo al Purgatorio, la cui salsa era accesa da un generoso contributo di peperoncino, ci ho messo un pò di briciole Fresella integrale (Koukouvayia di Creta, patria di origine di tutte le freselle del Mondo) e qualche truciolo di Xinomizithra secca, un formaggio greco fatto da latte di pecora e di capra, bianco immacolato, a pasta cremosa e granulosa (quando molto secco), che ricorda vagamente la nostra ricotta salata o il Cacioricotta cilentano, ma con un tocco ben più acido e/o amaro. Infatti in greco Xino significa amaro. (Anche su Fondazione Slow Food).
Messa una verde foglia di basilico al centro del piatto, ho festeggiato la vittoria dell’Italia.
Una ricettina Madama Oklacà