Quanto è difficile scrivere una Carta dei vini? Senza voler spendere un capitale o avere un immobilizzo importante di denaro. Senza contare che, alla fine, potreste avere una Carta dei vini che neanche vi appassiona, zeppa di referenze … solo per poter vantare di avere questa e quella referenza.
No: non è un esercizio estetico, una Carta dei vini. Deve avere un senso. Fatta in base ai piatti che servite, alla ubicazione del locale e ai potenziali gusti del pubblico. E la loro capacità di spesa.
Meglio non esagerare. A Oklacà Italian Restaurant Patmos ho scelto: alcuni rossi di qualità. Di Campania, la mia regione, e di altre principali. Toscana, Piemonte, Sicilia, tra e altre.
Il Prosecco Doc non può mancare. A fiumi per l’aperitivo o da miscelare.
Ma anche i bianchi italiani per i quali siamo famosi, spumanti a parte. Io ho Soave, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Arneis, Timorasso ed altri.
Il 27 agosto, per Santa Monica, da Xtrawine ho ricevuto quasi 50 bottiglie. Tutti rossi per un settembre scoppiettante.
Sono arrivati i Rossi di Montalcino, l’Etna Rosso, il Negroamaro e l’Aglianico del Vulture. Ho abbracciato le casse del corriere: che emozione i vini che amo e scelgo, fino alla soglia casa. A otto ore dalla costa.