Un salto a Vitignoitalia nell’ultima giornata di manifestazione. Trovo immutata la magia di questo evento che si giova di una location fantastica. Unica.
La sala alla piazza d’armi, dove si trova anche la sala degustazione gestita da Ais, Fisar e Associazione Europea Sommelier, sembra fatta per far risplendere il vino contro il cielo.
Ammirarne gli archetti sovrapporsi a quelli degli edifici del lungomare.
Pochi assaggi e un pò di saluti ad amici e produttori impegnati nella esposizione. Ho visto volti distesi e un pò di fatica. Ma anche una grande generosità negli assaggi.
La Tenuta Scuotto ha proposto i suoi aglianico, Taurasi e Greco diTtufo ma è sul Fiano, base e selezione, da uve proprie, che mi sono soffermata. 6 ettari di vigna coltivata a guyot a Lapio. L’enologo Angelo Valentino fa qui un bel lavoro, senza ciccia di troppo.
Il vitigno si esprime con i suoi varietali di mela e nocciola tostata, l’una più presente nel vino vinificato in solo acciaio e l’altra più presente nella etichetta fermentata in legno. Davvero interessanti entrambi per la assoluta pulizia olfattiva e coerenza naso e bocca, la gradevole mineralità di fondo e tutta la espressività e ricchezza del Fiano.
Oinì, il secondo dei due, è davvero ben fatto per la capacità che ha di ricevere dal legno dove svolge la fermentazione (botti alsaziane a temperatura controllata) solo un arricchimento e non un fardello come spesso accade. E’ realizzato con lieviti indigeni e poi senza filtrazione.
Vino e Design e Terlan, distributore e cantina di eccezione, hanno proposto la propria gamma praticamente per intero con una disponibilità fino all’ultimo minuto. Laddove in altre manifestazioni accade il contrario.
Ho assaggiato gli Etna Rossi e Bianchi di Tenuta delle Terre Nere, 2011 e 2013. Ho trovato straordinaria sobrietà e mineralità in queste etichette, che si esprimono secondo una direttrice di gusto verticale. Senza ridondanze ma anche estremamente godibili. Sebbene con uno sbuffo alcolico esuberante, dei tre rossi in degustazione (Rosso, Guardiola e Santo Spirito) è quest’ultimo, 2013, è che più mi ha colpito per pienezza e saporosità.
Da terreni e piante di Nerello di 60 anni, nel Comune di Castiglione di Sicilia e Randazzo, viene N’Anticchia ,che significa “un pochino”, vino della Tenuta di Aglaea. Questo, e ancor più, il “semplice” Thalia che ti viene incontro con una esplosione di fiori rosi scuri, di bacche di sambuco e pepe rosa su uno sfondo minerale, mi hanno appagato per la loro setosità e vivacità.
Ma torniamo a Vitigno Italia.
E’ soddisfatto Maurizio Teti, direttore della manifestazione. “Undici anni di manifestazione hanno tracciato un percorso dove circa 2000 aziende hanno presentato i propri vini, 300 buyers hanno conosciuto territori, degustato e acquistato vino, giornalisti hanno parlato nel mondo del comparto enogastronomico campano, una intera generazione ha acquisito conoscenze specifiche ed è in grado di scegliere e abbinare al meglio la bottiglia comprata, insomma VitignoItalia dal 2004 ha saputo cavalcare un trend di crescita per numeri e qualità della Campania, con la consapevolezza di operare a supporto di una delle principali filiere dell’ economia regionale” racconta teti nel tracciare un bilancio della manifestazione.
Sono 48 i vini premiati nell’ambito del Concorso enologico Vitignoitalia che dal 2005 premia l’elevata qualità delle produzioni enologiche nazionali tra quelle presenti al Salone. La commissione, presieduta da Francesco Continisio presidente della Scuola Europea Sommelier Italia e composta da critici, sommelier, giornalisti e rappresentanti del settore Ho.RE.CA., ha valutato circa 500 vini e distillati prodotti in aree nazionali da qualunque vitigno, autoctono o alloctono tra quelli partecipanti all’XI salone di Vitignoitalia. I vini sono stati divisi in categorie: vini bianchi tranquilli (con residuo zuccherino fino a 6 g/l); vini rossi tranquilli; vini rosati tranquilli; vini spumanti metodo classico; vini spumanti metodo charmat; vini dolci (con residuo zuccherino superiore a 45,1 g/l); vini liquorosi.
Il risultato sono 48 vini premiati con Medaglia d’Argento, Medaglia d’Oro, Gran Medaglia d’Oro e 3 Premi Speciali di Vitignoitalia tra cui il Premio Speciale per il Territorio e il Premio Speciale Giovani che vengono riconosciuti rispettivamente alle aziende che contribuiscono con il proprio lavoro alla valorizzazione del territorio e alle aziende che annoverano nella propria compagine giovani under 30 che si distinguono per impegno, ricerca o innovazione. Il Gran Premio Vitignoitalia assegnato al vino che ha ottenuto il miglior punteggio assoluto è andato quest’anno al Laus Vitae Montepulciano d’Abruzzo 2009 di Citra Vini.
Ultima degustazione del Salone quella a cura di Fisar in Rosa dal titolo “La personalità poliedrica dei rosati declinati al femminile” che ha visto protagonisti i vini delle aziende Masciarelli, Villa Matilde e Feudi di San Gregorio.
Ma Maria Ida Avallone, titolare della azienda e Delegata dell’Associazione Donne del Vino della Campania, ha anche presentato il giorno prima “Sorsi di lune”, il tradizionale appuntamento dedicato alla cultura del bere e al sodalizio rosa dell’Associazione, in programma il 22 giugno al Circolo Canottieri di Napoli.
Con lei sono intervenute Carmine Pecoraro Presidente Onlus “Un dono per Valentino” e le socie Santa di Salvo, giornalista de Il Mattino, e Antonella Cosentino del Ristorante Il Gabbiano di Baia.